La protesi in posizione sottoghiandolare nella mastoplastica additiva ascellare

Nell’operazione di mastoplastica additiva ascellare il chirurgo plastico può decidere di inserire la protesi in due posizioni differenti: quella sottoghiandolare e quella sottomuscolare. Oggi parleremo della prima.

Mastoplastica additiva ascellare e protesi sottoghiandolare

Vediamo insieme come avviene nella pratica medica la collocazione della protesi sottoghiandolare. Per prima cosa il medico chirurgo deve individuare il bordo laterale del muscolo grande pettorale. In seguito si dovrà identificare lo spazio sottoghiandolare e, dopo aver iniziato con una divaricazione smussa, continuare a dissezione sopra il muscolo. Una volta fatto questo ci si estende in tutta l’area designata fino al nuovo solco sottomammario.

Il chirurgo poi continua il suo intervento con lo scollamento della tasca protesica e si prepara alle fasi centrali della mastoplastica additiva ascellare. Dopo aver svolto questa operazione si dovrà inserire il Sizer o, detto in altri termini, la protesi di prova: questa serve per testare in maniera pratica il volume della protesi stessa e la sua giusta profilazione.

A quel punto il chirurgo plastico osserva lo spazio che si è creato, rimuove la protesi di prova e se le circostanze lo richiedono termina la dissezione della tasca protesica in seguito alla revisione dell’emostasi. E’ giunto il momento quindi di inserire la protesi definitiva e di chiuderla con dei punti di sutura al tessuto sottoghiandolare.

Questi punti di sutura hanno l’obiettivo fondamentale di avvicinare la ghiandola suddetta alla fascia del muscolo pettorale e, allo stesso tempo, il tessuto sottocutaneo al bordo supero-laterale delle mammelle della paziente. Fatto questo, il medico provvede anche a delle suture intradermiche sulle incisioni, che, lo ricordiamo, sono fatte sulle ascelle e non sono più lunghe di 4 centimetri.

Mastoplastica additiva ascellare, cosa fare dopo

Una volta terminato l’intervento di mastoplastica additiva ascellare, la paziente dovrà portare delle fasce elastiche o il classico reggiseno anatomico per far sì che la protesi non si sposti e che rimanga definitivamente nella sua posizione.

I tempi di recupero possono essere variabili ma solitamente la paziente dopo due mesi può tornare alle normali attività di tutti i giorni. Sono consigliati anche i massaggi intensivi e le autopalpazioni quotidiane nella zona della mammella dopo il primo mese.