Mentoplastica additiva: intervento e possibili complicanze
Mentoplastica additiva: guida all’intervento e possibili complicanze post-operatorie.
Mentoplastica additiva: l’intervento
Con il termine mentoplastica additiva si definisce la particolare operazione chirurgica tramite la quale il paziente vedrà aumentato il proprio mento, considerato troppo piccolo o troppo arretrato. Questo particolare difetto fisico potrebbe spingere la persona a non sentirsi particolarmente a suo agio nel vivere una vita sociale normale. Onde evitare i possibili problemi psicologici, se si ha questo difetto fisico, è bene sottoporsi all’intervento di mentoplastica additiva.
Naturalmente all’inizio il paziente subirà la classica anestesia locale che può essere associata o meno ad una sedazione anestesiologica. Verrà praticata in seguito un’incisione della lunghezza di 3 o 4 centimetri a livello del solco presente al di sotto del mento o, in alternativa, il medico chirurgo può decidere di incidere all’altezza del fornice gengivale, ossia di praticare un taglio trasversale all’interno del labbro inferiore.
Una volta eseguita l’incisione ci sarà l’inserimento e il posizionamento della protesi. Quelle maggiormente utilizzate sono costituite da elastomero di silicone, ma le opzioni sul mercato sono davvero molte. La scelta del tipo di protesi dipenderà dalla conformazione anatomica propria del paziente ed entro un certo range dalle sue preferenze. L’obiettivo finale sarà quello di ottenere un risultato armonico ed equilibrato. La durata dell’intervento, salvo possibili complicazioni, è molto breve: 1 ora.
Mentoplastica additiva: possibili complicanze post-operatorie
Seppur molto rara, un’infezione dell’impianto protesico può manifestarsi nei giorni successivi all’intervento, nonostante siano state messe in atto tutte le misure preventive come asepsi intraoperatoria e antibioticoterapia. Riconosciuta tempestivamente e trattata adeguatamente, un’infezione può risolversi senza ulteriori complicanze, mentre ancor più raramente si dovrà provvedere all’espianto protesico.
La seconda potrebbero essere delle infezioni ma anche qui il danno sarà minimo, dato che il chirurgo provvederà immediatamente una decisa cura antibiotica. Come terzo puntoIl paziente potrebbe avvertire mancanza di sensibilità nella zona della pelle che riguarda il mento. Il fastidio può durare anche alcuni mesi.
Ci può essere, infine, un’estrusione della protesi e una retrazione della capsula periprotesica. Nel primo caso avremo la fuoriuscita della protesi dalla pelle, anticipata però da una forte infiammazione. Nel secondo caso, invece, ci sarà una reazione eccessiva dei tessuti nei confronti della protesi stessa. Spesso può essere causata da uno spostamento imprevedibile della protesi verso l’alto o lateralmente.